Mimmo Jodice

“Difficilmente mi vedrai in giro con la macchina fotografica. Non esco la mattina per trovare delle belle immagini, delle suggestioni. Il mio lavoro nasce da una riflessione, nasce da un progetto. Un progetto che parte delle mie considerazioni come uomo prima ancora che come fotografo”.

La sperimentazione è stata la costante in tutto il suo lavoro, ovunque si sia concentrata la sua attenzione. Negli Anni Sessanta si è dedicato ad indagini sui problemi dell'attualità sociale, soprattutto napoletana, dalla sanità, alle carceri, ai manicomi, alla droga, all'emarginazione nelle periferie della città. Negli Anni Settanta il suo sguardo si è spostato sul paesaggio e sull'ambiente urbano di molte città italiane ed europee, ma ancora e soprattutto di Napoli, vissuta in chiave metafisica. Si è poi interessato di archeologia, ha affrontato i temi della memoria e delle origini e della persistenza del passato nel presente, ha interpretato oggetti della quotidianità con una fotografia sempre più anti-documentaria e sempre più libera dal dato reale, sempre più visionaria e meditativa nella creazione di un reale al di là della realtà.