Mario Tursi

“Prima la parola fotografi di scena consisteva nel fare delle fotografie che rispecchiassero quello che si stava girando. Anche perché il film veniva venduto con quelle fotografie. Ora il fotografo di scena ha altri compiti, quello di pubblicizzare il film in tutte le sue sfaccettature. Tanto è vero che non si dovrebbe più neanche chiamare fotografo di scena, ma un fotografo che sta in scena”.

Mario Tursi, nato da una famiglia di fotografi, inizia come fotoreporter per importanti agenzie e testate giornalistiche del dopoguerra. Sempre come fotoreporter segue anche la lavorazione di alcuni film e realizza special per produzioni cinematografiche americane, ma è solo nel 1962 che debutta come fotografo di scena su “Mare Matto” di Renato Castellani. Prosegue nel 1964 con “Vaghe stelle dell’Orsa” di Luchino Visconti e inizia così uno dei sodalizi più lunghi e importanti della sua carriera: seguirà Visconti in tutti i suoi film, con pochissime eccezioni. Occhio invisibile, parallelo e alternativo a quello della macchina da presa, ha saputo cogliere i momenti più intimi, magici e spontanei di registi e attori, dando rilievo ai momenti salienti di una scena o delle pause del set, prima e dopo il ciak. Ha lavorato con Pier Paolo Pasolini, Lina Wertmüller, Bernardo Bertolucci, Liliana Cavani, Francesco Rosi, Elio Petri, Alberto Lattuada, Ettore Scola ma anche con Jean-Paul Rappeneau e Luis Buñuel, fino alla collaborazione con Martin Scorsese nel film girato a Cinecittà "Gangs of N.Y.”.