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Fortunato Depero

Fondo, 1892 - Rovereto, 1960
Artista

Pittore, scenografo, grafico pubblicitario, designer, scrittore. Frequenta a Rovereto (Tn), in quel tempo città austroungarica, la Scuola reale Elisabettina, ad indirizzo tecnico-artistico, alla quale si stavano formando altri futuri artisti quali T. Garbari, F. Melotti, L. Baldessari, G. Wenter-Marini e G. Tiella. Ritiratosi al quinto anno, nel 1908 tenta, senza successo, l'esame di ammissione all'Accademia di Belle Arti di Vienna. Nel 1910, dopo un breve tirocinio come garzone decoratore a Torino, lavora a Rovereto presso un marmista. Espone i suoi primi disegni e dipinti di matrice realistico-sociale e simbolista a Rovereto nel 1911 e nel 1913, anno in cui pubblica il libro "Spezzature. Impressioni - Segni - Ritmi", raccolta di poesie, prose e disegni....Leggi tutto

Pittore, scenografo, grafico pubblicitario, designer, scrittore. Frequenta a Rovereto (Tn), in quel tempo città austroungarica, la Scuola reale Elisabettina, ad indirizzo tecnico-artistico, alla quale si stavano formando altri futuri artisti quali T. Garbari, F. Melotti, L. Baldessari, G. Wenter-Marini e G. Tiella. Ritiratosi al quinto anno, nel 1908 tenta, senza successo, l'esame di ammissione all'Accademia di Belle Arti di Vienna. Nel 1910, dopo un breve tirocinio come garzone decoratore a Torino, lavora a Rovereto presso un marmista. Espone i suoi primi disegni e dipinti di matrice realistico-sociale e simbolista a Rovereto nel 1911 e nel 1913, anno in cui pubblica il libro "Spezzature. Impressioni - Segni - Ritmi", raccolta di poesie, prose e disegni. Nel dicembre dello stesso anno si reca a Roma, frequenta la Galleria futurista di G. Sprovieri ed entra in contatto in particolare con G. Balla, F. Cangiullo e F. T. Marinetti. Attratto nell'orbita del gruppo futurista, partecipa, nella primavera del 1914, all'Esposizione libera futurista internazionale tenuta presso la Galleria. Rientrato a Rovereto, nel luglio dello stesso anno inaugura a Trento la mostra "Prima esposizione di pittura futurista nel Trentino", che interrompe precipitosamente a causa dello scoppio della guerra, riuscendo ad ottenere il permesso di ripiegare in Italia. Si arruola volontario nella fanteria italiana ottenendo dopo pochi mesi l'esonero. Tornato a Roma, viene ufficialmente ammesso nel gruppo degli artisti futuristi tra la fine del 1914 e gli inizi del 1915; nel marzo sottoscrive con Balla il manifesto "Ricostruzione futurista dell'universo", che propone la fusione di tutte le arti e una maggiore relazione tra arte e vita. In linea con tali teorie, la sua produzione artistica spazia, fin da questi anni, dalla pittura, al disegno, al collage, alle composizioni plastiche, alle liriche "onomalinguistiche". Negli stessi anni è pure impegnato nella coreografia teatrale con lo spettacolo "Mimismagia" e riceve dall'impresario dei balletti russi, S. Diaghilev, la commissione per le scenografie e i costumi dei balletti - poi non realizzati - de "Il canto dell'usignolo" su musica di I. Strawinsky e de "Il giardino zoologico" di F. Cangiullo, musicato da M. Ravel. In collaborazione con il poeta G. Clavel - per il quale illustra il libro "Un istituto per suicidi" - presenta a Roma nell'aprile del 1918 lo spettacolo di marionette, da lui ideato, "Balli plastici", su musiche di G. F. Malipiero, Tyrwhitt, A. Casella e B. Bartok. Mentre continua la sua attività espositiva, nel giugno del 1919, rientra a Rovereto ed inaugura la "Casa d'Arte futurista Depero", bottega artigianale, attiva nel settore dell'arte applicata, che prevede la produzione di arazzi, tarsie, collages, cartelli pubblicitari, oggetti d'arte, d'arredamento e giocattoli. Negli anni 1921 - 1922 realizza l'allestimento interno del locale d'avanguardia "Cabaret del Diavolo" di Roma. Nel gennaio dell'anno successivo presenta al teatro Trianon di Milano il suo balletto meccanico "Anihccam del 3000", con successive repliche in diverse città italiane. Nel 1927 edita, in collaborazione con l'amico F. Azari, il libro "Depero futurista" - noto come "libro imbullonato" per via della singolare legatura - che presenta, con una originalissima veste tipografica, l'attività dell'autore dal 1913 al 1927 e la sua concezione culturale. Impegnato anche nel settore della grafica pubblicitaria, Depero lavora per prestigiose ditte tra cui Bianchi, Strega, Campari. Dal settembre del 1928 all'autunno del 1930 è a New York: oltre all'attività espositiva, si dedica all'allestimento di balletti teatrali e all'illustrazione pubblicitaria, con la realizzazione di copertine di riviste, come "Vogue" e "Vanity Fair". Mantiene nel frattempo il contatto con i futuristi, sottoscrivendo il manifesto "L'aeropittura futurista". Rientrato in Italia, a suggello del suo impegno nel campo della pubblicità, pubblica nel 1932 il "Manifesto dell'arte pubblicitaria futurista". Nel 1933 dirige da Rovereto la rivista "Dinamo futurista", edita dal febbraio al giugno dello stesso anno. Nel 1934 pubblica il volume "Liriche radiofoniche". Nella seconda metà degli anni Trenta Depero collabora con l'Ente nazionale delle industrie turistiche (E.N.I.T) alla realizzazione delle campagne pubblicitarie per propagandare le bellezze d'Italia nei paesi europei. Negli stessi anni si impegna attivamente all'interno del Dopolavoro artisti di Rovereto e per una decina di mesi è segretario del Sindacato interprovinciale della Confederazione fascista dei professionisti e artisti della Venezia Tridentina (1936-1937). Sperimenta un materiale innovativo, il "buxus", con il quale realizza oggetti d'arredamento ed intarsi; negli stessi anni elabora il volume "Fortunato Depero nelle opere e nella vita", pubblicato nel 1940. Nel 1947, dopo la pubblicazione del volume in inglese "So I think - So I paint", torna per due anni negli Stati Uniti (New York e New Milford nel Conneticut), senza ottenere peraltro il successo sperato. Dal 1949 si stabilisce definitivamente a Rovereto. Continua la sua elaborazione teorica con il "Manifesto della pittura e plastica nucleare" (1949), mentre inizia - probabilmente in questi anni - l'opera minuziosa di rivisitazione della propria vita d'artista. Dal 1953 al 1956 realizza la decorazione e l'arredamento della sala del Consiglio provinciale a Trento. Nel 1959, un anno prima della morte, inaugura a Rovereto, in collaborazione con l'amministrazione comunale, la "Galleria - Museo Depero", primo esempio di museo futurista in Italia, il cui progetto risale al 1957. Copiosa la sua attività espositiva, tra cui si segnala la partecipazione alla mostra collettiva d'avanguardia al Kursaal di Viareggio (1918); la personale alla Galleria Bragaglia di Roma e la partecipazione alla Grande esposizione nazionale futurista di Milano (1919); la personale "Depero e la sua Casa d'arte" tenuta a Milano alla Galleria Moretti e ripresentata a Roma alla Galleria Bragaglia (1921); la partecipazione alla I Mostra internazionale delle arti decorative di Monza (1923); all'Esposizione internazionale di arti decorative di Parigi, seguita dalla la personale al Théatre des Champs Elysées (1925); la partecipazione alla Prima mostra del Novecento italiano di Milano (1926); all'Esposizione di arte italiana presentata a New York, Chicago, Washington e Boston (1926); alla Biennale di Venezia (1926, 1932, 1950); alla Quadriennale di Roma (1931; 1955); alla Triennale di Milano (1932; 1950); alla mostra "Futurismo e pittura metafisica" al Kunsthaus di Zurigo (1950). Figlio di Lorenzo Depero e di Virginia Turri. Sposa Rosetta Amadori che lo segue fedelmente fino dagli esordi della sua carriera artistica, collaborando attivamente con lui all'attività della Casa d'Arte, in particolare nella produzione degli arazzi. Nel gruppo dei futuristi è particolarmente vicino in un primo tempo a G. Balla e poi a F. Azari con il quale instaura un sodalizio artistico-professionale (attività editoriale, pubblicità) che si protrae per tutti gli anni Venti. In una sua autobiografia del 1953, Depero indica come persone che lo sostennero nella sua attività di artista, oltre a G. Balla e F. Azari, anche F.T. Marinetti, U. Boccioni, L. Massine, L. Russolo, A. G. Bragaglia, S. Diaghilev, N. Semenoff, G. Clavel e U. Notari. Significativo inoltre il rapporto con il collezionista G. Mattioli, amico e mecenate di Depero.

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Fortunato Depero tra le lampadine accese di un camerino

Fortunato Depero tra le lampadine accese di un camerino, Fotografia Abeni & C, Milano, 1927 ca.
Mart, Archivio del '900, Fondo Depero

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Italia
2015
72'